brandelli di sketchbook composto quest'estate tra berlino e parigi (che detto così, fa figo abbestia)






si, perchè di solito quando finisco uno sketchbook semplicemente chiudo e metto via, nell'armadietto degli sketchbook. e ce ne sono tanti, ma proprio tanti. perciò a questo giro prima di dargli degna sepoltura ne estrapolo qualche paginetta e la pubblico qui, che mi pare in tema. nel senso, sul proprio blog si può fare. e colgo l'occasione per dichiarare che sono sempre più convinta che disegnare, disegnare in libertà, mentre sei in treno, seduto in un locale con gli amici, ad aspettare in fila al check-in, o alle poste o ovunque ci sia un momento in cui sei tranquillo e puoi, ecco sono convinta che sia fondamentale. ma nn parlo solo del concetto ovvio che produrre una quantità industriale di disegni, anche schizzi eh, è un esercizio fondamentale per la ricerca della morbidezza e del movimento, della linea e della forma armonica e blabla
il punto che vorrei sottolineare in questa mia noiosissima ode allo sketchbookare,è che nn basta studiare anatomia e prospettiva sui libri, nn bastano gli esercizi e nemmeno mille lavori serissimi e megaimpegnativi.e nemmeno le sperimentazioni a tavolino. nn bastano, nn perchè siano meno importanti, ma perchè lo sono in ugual misura e nulla va trascurato nella ricerca della propria "completezza", nemmeno la libertà di scarabocchiare. perchè attraverso il milione di miliardi di scarabocchi senza aspettative dello sketchbook piano piano esce la tua personalità. io lo vedo così, è un pò fermare iniettando sulla carta il tuo tempo ma senza pensare bene a cosa fai, o cmq farlo con leggerezza. vedi che puoi ritrarre cose e persone dal vero, puoi partire dal vero e poi perderti negli intorcolamenti inventati, puoi fare semplicemente quello che ti viene automatico in totale disinteresse se ti ripeti, tutto va bene, puoi sperimentare, improvvisare, rimuginare, puoi azzardare, metterti alla prova senza paure perchè è lecito sbagliare. nn ci sono limiti di tempo e di forma, solo tu e la tua libertà di fare. perciò attraverso gli scarabocchi capisci le tue tendenze artistiche, la direzione della tua corrente, scopri la tua mano spontanea, il tuo stile, dai. se quando si disegna ci si sforza sempre di fare cose con un'intenzione credo che nn si possa trovare l'occasione per "ascoltarsi", è sempre un esercizio, magari piacevole, ma mai solo un piacere. e quando hai coscienza di te, quando fai pace con i tuoi errori in vista del potenziale di miglioramento è una soddisfazione. e anche una bella dose di serenità e sicurezza da cui partire per crescere(artisticamente). troppo filosofica? ma no, sul serio! io capisco tantissimo di me da quando do più importanza agli scarabocchi .
viva, viva disegnare a vanvera.


sisi, so essere davvero prolissa.

11 commenti:

  1. verissimo!
    e boh, amo quegli achizzi <3

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  2. Tu probabilmente non ti rendi conto di quanto quello che hai scritto si applichi (con pochissime variazioni) anche al fare scienza.
    Cioè, a parte il fatto che io nemmeno gli omini fatti di stecchini so disegnare...

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  3. Bellissimo post che trovo oltretutto molto stimolante! Ho sempre voluto iniziare qualche blocco di sketch ma per pigrizia o altro non l'ho mai fatto alla fine...ma credo che adesso inizierò! :)

    P.s.: Stupendi lavori!!! Ti seguo :D

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  4. solo che hai usato il vezzeggiativo solo all'inizio! tipo che poi hai cominciato a dire scarabocchi invece di scarabocchini, o anche scarabocchiacci.
    poi insomma, addirittura ho letto un "disegni" quando forse ci stava bene un "disegnetti", o perché no, "schifezzine fatte a perditempo", insomma te la stai proprio tirando eh!?:)

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  5. hai ragione simo, in effetti mi sono sforzata e adesso me ne vergogno... quasi quasi modifico il post!! ;D

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  6. Queste pagine sono semplicemente stupende. Inoltre sono totalmente d'accordo con quanto hai detto sull'abitudine di "scarabocchiare". Io lo faccio troppo poco. Il fatto è che, forse, un momento tranquillo non ce l'ho mai. Situazioni di vita. Ma senza stare a piangersi addosso debbo dire che le mie occasioni di sketchare le ho e le ho avute. Ci sono periodi che sketcho di più e periodi che sketcho di meno ma è sempre un piacere. E poi, verissima una cosa: è così che si scopre il proprio tratto e il proprio stile naturali. Quell'inconfondibile modo di rappresentare che ci distingue gli uni dagli altri. Il pennello si appoggia sulla carta e la mano si muove con naturalezza, senza quasi pensare. Roba da grandi!

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  7. Bel post :) quello che dici è vero per tutto, l'allenamento costante è fondamentale, soprattutto fare le cose per sè, senza pressioni, come fossero cose senza importanza, anche se invece sono importantissime.

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  8. Spettacolo. E si applaude. Gran post. Ultime sei righe da incorniciare.

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  9. condivido in pieno!! poi per quanto mi riguarda è anche un ottimo modo per riscoprire piccole esperienze o sensazioni quotidiane che con lo scorrere degli anni il cervello ha rimosso! un signore sul bus in Germania con gli occhiali a fondo di bottiglia che ha riso per tutto il viaggio, la pubblicità davanti la fermata del bus quella bambina che faceva le bizze al bar...

    poi...lo so che è una domanda paurosamente noiosa ma non posso fare a meno di fartela... non è che potresti dirmi che cosa hai usato per fare quelle belle linee incisive? tipo sul terzo o sul sesto disegno per capirci... in genere lo faccio con i pennelli ma non riesco a trovare una penna che mi dia lo stesso effetto e che possa essere portato in borsa per lo sketchbook... grazie e grazie per il blog :)

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